Mappe mentali, cosa sono e come si utilizzano : un esempio pratico.
Le mappe mentali sono cose banali. Non si discute.
C’è stato un saggista e cognitivista inglese, Tony Buzan, che negli anni ‘40 le ha addirittura teorizzate, battezzandole col nome altisonante di “MIND MAPS”.
Dopo aver approfondito l’argomento, sono sicuro che molti, senza averle mai “nominate”, riconosceranno di averle usate almeno una volta in passato.Io personalmente le utilizzavo alle scuole elementari.
Ebbene sì, ho ancora qualche ricordo delle guerre puniche : lezioni di storia prese dal coloratissimo sussidiario scolastico.
Per imparare prendevo foglio di carta, matite colorate ed iniziavo così a scribacchiare :
- Sulla destra, piazzavo i nomi dei condottieri romani e ne disegnavo le armate : navi, fanti e cavalleria
- Sulla sinistra facevo lo stesso per le armate cartaginesi
- Al centro scrivevo e disegnavo tutti i concetti fondamentali quali nomi di battaglie, date storiche e strumenti tattici : ad esempio, ricordo ancora “il rostro” utilizzato per lo sfondamento delle navi nemiche.
Disegni, linee e colori per rendere la cosa più divertente e, senza saperlo, stimolare la memoria visiva per essere in grado di ripetere la lezione il giorno dopo in classe.
Era un’ottima abitudine che ho completamente perso dopo le scuole elementari.
Chissà, forse perché ho iniziato a vedere questi schemi come un onere di lavoro che si andava ad aggiungere alle già noiosissime lezioni scolastiche;
oppure perché crescendo, si vuol sembrare subito grandi ed un metodo di disegnini e colori rischiava di diventare facile oggetto di sfottò dei compagni di classe.
Oggi come oggi, con pochi condizionamenti dall’esterno ed un po' di flessibilità caratteriale, posso anche permettermi di mettere in discussione metodi di studio ed apprendimento che ho utilizzato negli ultimi trent'anni.
Mi sono pertanto convinto e per questo consiglio a tutti l’utilizzo delle mappe mentali come importante metodo di lavoro a doppia finalità :
- mnemotecnica, aiuta a stimolare la memoria di lungo periodo
- brainstorming, come metodo creativo che aiuta a far emergere idee e sviluppare tutti gli elementi di relazione causa-effetto di un determinato argomento.
Se volete provare anche a voi, di seguito trovate gli step che consiglio, presi da Tony Buzan e da qualche integrazione che ho fatto con un po' di esperienza personale.
Per la realizzazione di una mappa mentale :
- Prendiamo un foglio di media grandezza (ad esempio un A4)
- Scriviamo al centro del foglio il concetto che vogliamo schematizzare e analizzare
- Continuiamo a scrivere in posizioni diverse del foglio tutte le parole chiave che ci vengono in mente e che sono direttamente o indirettamente collegate al concetto centrale (come se fossimo ad una sessione di brainstorming).
- Disegniamo un cerchio su ogni concetto chiave; disegniamo oggetti che possano aiutarci a ricordare l’argomento ; usiamo colori associando a ciascuno una caratteristica qualitativa diversa (ad esempio “blu” per positivo, “rosso” per aspetti negativi)
- Tracciamo frecce di congiunzione tra i concetti per rappresentarne le connessioni.
Nello specifico, ci sono due tipi di connessioni :
- quando le linee collegano un elemento con l’elemento che lo genera, ovvero da cui deriva, sono dette gerarchiche o rami ;
- quando invece non si basano su un vincolo di gerarchia ma sono collegamenti trasversali allora sono dette associazioni.
Vediamo un esempio pratico di mappa mentale.
Se continuate a pensare alle mappe mentali come qualcosa di complicato, lento, laborioso o peggio INUTILE,
niente di meglio che mostrare un esempio per sciogliere ogni dubbio.Negli ultimi tempi, un tema che fa discutere molto gli italiani è quello della riduzione dei diritti legati all'articolo 18.
L'articolo 18, per chi non lo sapesse, tutela i diritti dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato in aziende private con più di 15 dipendenti.
Io sono abituato a pensare che quando c'è un tema che divide l'opinione pubblica quasi al 50%, la risposta non può essere facile e scontata, divisa tra buoni e cattivi, intelligenti e stupidi.
Così tanto per farmi un'idea, qualche giorno fa ho preso un foglio di carta, un paio di penne, ed ho disegnato una mappa mentale.
Di seguito vi allego qualche slide che mostra il procedimento passo passo.
Ho piazzato al centro il concetto da discutere : "abolizione articolo 18“.
Ho scritto tutti i concetti chiave che mi venivano in mente sull'argomento.
Tra le relazioni causa-effetto, la prima semplice conseguenza è la "minor tutela di conservazione del posto di lavoro".
Da questo si generano 3 effetti principali :
- Più stress per il lavoratore
- Aziende meno rischiose. Diventa più facile ridurre il personale per abbassare i costi fissi in tempi di crisi o liberarsi di risorse poco produttive (aspetto macro economico positivo)
- Più difficoltà per i lavoratori di ottenimento credito e mutui : le banche hanno bisogno di maggiori garanzie per prestare denaro alle famiglie in quanto i contratti di lavoro sono più a rischio (aspetto macro economico negativo)
Dal punto (1), ovvero stress del lavoratore, la teoria ci dice che l’aumento dello stress può essere positivo o negativo a seconda che ricada su una persona rispettivamente poco o già troppo stressata (vedi curva dello stress disegnata in alto nella slide).
Lo stress negativo genera problemi e disagi sociali mentre quello positivo aumenta la produttività aziendale.
Dal punto (3) possiamo invece ricavare come conseguenza che le banche, imprese private i cui proventi derivano dagli interessi attivi sui prestiti erogati - inizieranno a spostare il credito dalle famiglie alle aziende.
Il credito alle aziende è tra l'altro anche spinto dalla riduzione del rischio aziendale di cui al punto (2). Questo è un caso di connessione associativa e non gerarchica.
Prendiamo ora tutti gli aspetti economicamente positivi per le imprese, ovvero
minore rischio legato ai costi di manodopera,
maggiore credito,
maggiore produttività.
Insieme tutti questi aspetti spingono gli investimenti imprenditoriali su territorio nazionale oltre che fungere da disincentivo alla delocalizzazione all’estero.
Avremo così nuove aziende e nuovi posti di lavoro che, a loro volta, aumentano il potere contrattuale dei lavoratori, abbassano la percezione del rischio di disoccupazione e migliorano le condizioni sociali.
Questo cosa significa : << Posti di lavoro per tutti ? >> come direbbe Cetto La Qualunque nella foto in intestazione dell'articolo.
No, principalmente in questa rivoluzione lavorativa sarebbero avvantaggiati i giovani e i “non più giovani” ma che svolgono un lavoro ad elevato know how (esperienza).
Poche speranze di rimpiègo avrebbe di sicuro un "over 50" licenziato che ha prevalentemente svolto un lavoro fisicamente usurante.
Riepilogando, la riduzione dei diritti legati all’art. 18 porta a due squilibri, punti di debolezza, dove lo Stato, quale buon padre di famiglia, deve intervenire :
- Gli over 50 che svolgono un lavoro fisicamente usurante ;
- Difficoltà di ottenimento di prestiti e mutui da parte dei privati (famiglie);
Commenti
Posta un commento